Le forme di pubblicità on line
Una campagna pubblicitaria su Internet può essere condotta in varie modalità. Le principali, e più conosciute, sono: per Impressioni (CPM), per Costo per Clic (CPC), per Costo per Azione (CPA).
Le campagne pubblicitarie per impressioni (CPM = Costo per Mille impressioni) prevedono che colui che vuol farsi pubblicità (l'inserzionista) paghi una certa cifra ogni mille visualizzazioni (impressioni) del suo banner. In estrema sintesi: creo un banner, mi affido ad un fornitore di pubblicità online (Google, Yahoo, Simply... solo per citarne alcuni), stabilisco la cifra che voglio pagare ogni 1000 visualizzazioni del mio banner sul suo circuito pubblicitario (di norma costituito da siti che accettano di esporre banner pubblicitari) e decido anche quanto sono disposto a spendere ogni giorno (e/o ogni mese) per quella campagna pubblicitaria. I clic fatti su quel banner porteranno l'utente al mio sito senza altri costi aggiuntivi.
Le campagne pubblicitarie a costo per clic (CPC = Costo per Click) prevedono che l'inserzionista paghi una certa cifra ogni volta che un navigatore "clicca" sul suo banner (o annuncio di testo), indipendentemente dal numero di visualizzazioni prodotte. In estrema sintesi: creo un banner o un annuncio testuale, mi affido ad un fornitore di pubblicità online (vedi sopra...), stabilisco la cifra che voglio pagare per ogni clic fatto sul mio banner (indipendentemente dal numero di visualizzazioni effettuate) e decido anche quanto sono disposto a spendere ogni giorno (e/o ogni mese) per quella campagna pubblicitaria. Anche in questo caso i clic fatti su quel banner porteranno l'utente al mio sito.
Le campagne pubblicitarie di tipo CPA (= Costo per Azione) prevedono un meccanismo leggermente diverso dalle precedenti. In questo caso il banner o l'annuncio testuale viene fatto girare sul circuito pubblicitario prescelto a costo quasi nullo ma bisogna stabilire una commissione da destinare al proprietario del sito che ha ospitato il banner (il publisher) su cui è stato fatto clic per l'Azione che l'utente farà sul nostro sito. In altre parole si tratta di una sorta di commissione che riconosciamo a colui che ci ha inviato un utente se quell'utente, ad esempio, acquista uno dei prodotti che vendiamo tramite il nostro sito o si registra ad un servizio. Più nel dettaglio: ipotizziamo di essere il proprietario di una catena di alberghi. La nostra campagna pubblicitaria in modalità CPA ricoscerà al publisher che ci ha inviato quel potenziale cliente una certa percentuale (ad esempio il 5%) sull'importo di ogni prenotazione effettuata tramite il clic sul nostro banner esposto sul suo sito. se l'utente arrivato sul nostro sito tramite il clic sul banner esposto sul sito del publisher effettua una prenotazione per un valore di 100 Euro dovremo riconoscere al publisher la sua percentuale di 5 Euro. Tutto questo avviene ovviamente in maniera automatica ed è gestito da software sviluppati appositamente per questo genere di transazioni.
Quest'ultima forma pubblicitaria è senz'altro quella più "attraente" per l'inserzionista. Lo scopo finale che si prefigge una campagna CPA è quello di far spendere all'inserzionista solo per ogni reale "vendita" effettuata. In realtà i costi di attivazione e di implementazione di questo tipo di campagne sono molto più elevati rispetto alle prime 2 modalità e si deve inoltre disporre di un sito già in grado di gestire la fase di vendita vera e propria a cui associare l'eventuale commissione da riconoscere al publisher. E' indubbiamente la modalità ideale per siti di e-commerce medio-grandi che riescono così a creare una sorta di "rete di vendita" (i siti dei publisher) ampia e sopratutto "qualificata" (difficilmente il publisher il cui sito tratta di macchine utensili per la lavorazione del ferro esporrà i banner che pubblicizzano un albergo, viceversa un sito che tratta di viaggi avrà tutto l'interesse ad esporre quel tipo di pubblicità).
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